PRIMO ESTRATTO
SECONDO ESTRATTO
Poco prima delle 10 di quella piovosa mattina, la strana coppia tornava sui propri passi lungo la provinciale sonnecchiante. Quasi tutti avevano già raggiunto il posto di lavoro. Qualcuno bighellonava alla guida di un’auto di seconda mano che non lo avrebbe portato da nessuna parte. C’era solo da andare avanti qualche chilometro e poi tornare indietro, come se non si fosse mai partiti. Non esistevano prospettive, per molte persone. A far loro compagnia c’era solo il
battito insistente della pioggia sul parabrezza rigato. Forse dentro quelle macchine stavano piangendo. Forse non pensavano a nulla, oppure avevano troppe cose da dimenticare. Il mondo era buio e triste, immagine della loro solitudine. I due ragazzi camminavano abbracciati sotto l’ombrello al bordo della strada, testimoni inermi di quel desolante passaggio.
TERZO ESTRATTO

4 NOVEMBRE di Alessandro Vanzaghi
Era 15.00 Ora € 12.75

Avvolto nella sua giacca di pelle sentiva l'aria ancora fredda delle ultime giornate di un inverno che non si decideva a passare la mano. Non gli importava. Procedeva diritto, a passi lenti, camminando al margine del marciapiede, rasente alle mura esterne delle case. Tentava di far proprie le storie delle tante famiglie che a quell'ora erano riunite attorno a una tavola imbandita per la cena.
4 NOVEMBRE di Alessandro Vanzaghi
In una piovosa e anonima giornata d’autunno quattro persone profondamente diverse fra loro, alle prese con le miserie e ilgrigiore quotidiani, si trascinano verso il destino già scritto della propria esistenza. Sarà l’ultima fatica, il punto di non ritorno per
questi antieroi isolati e perduti, pronti a gettare la spugna, ma non prima d’aver provato a cambiare il corso degli eventi.
L’opera raccoglie quattro storie distinte i cui sviluppi si alternano lungo l’arco temporale di sole ventiquattro ore, in un piovoso 4 novembre di anni differenti.
La vendetta perpetrata da Michele, vedovo di mezza età, nei confronti dell’assassino della moglie. L’amore impossibile tra Augusto, bravo ragazzo tutto casa e chiesa colpito da una malattia degenerativa, e Thelma, procace prostituta di colore. La disperazione di Roberta, che costringe l’ex marito lontano a raggiungerla per evitare l’uccisione delle figlie. La discesa all’inferno di Diego, deciso a regalarsi il compleanno perfetto e pronto a immergersi in un impetuoso vortice di violenza.
Cosa accomuna queste storie così differenti? Non solo la pioggia, la brutalità e la conclusione inevitabilmente drammatica di ogni vicenda.
È, in primis, la solitudine dei personaggi l’elemento distintivo. Si tratta di individui asociali, sconfitti in partenza che sanno, in
fondo, di dover solo trascinarsi verso l’atto conclusivo. Non, però, come vittime inconsapevoli, ma come soldati costretti all’ultima fatica.
Azione e narrazione si accorpano in un crescendo di tensione e colpi di scena che conducono ai finali tragici, inevitabili e comunque
imprevedibili.
Non c’è speranza, in queste pagine. Oppure, come svela l’epilogo, appena un barlume per chi è in grado di affrontare il grigiore della
propria esistenza sgombrando la mente da dubbi, riflessioni e remore. Asservendosi consapevolmente, insomma, alla pazzia.
Alessandro Vanzaghi
Con un certo istinto si nasce: non si può diventare scrittori se non c’è una luce, almeno soffusa, dentro.
Come nasce questa passione
Tutto inizia solo pochi anni fa. Mi trovo in ufficio, un giorno qualsiasi dell’estate 2015, e a metà pomeriggio un collega si volta verso di me e mi suggerisce l’idea di partecipare al “Prada Journal”.
Il concorso letterario è alla terza edizione, non richiede costi di adesione e prevede, per i vincitori, un premio in denaro e la pubblicazione all’interno di un’antologia digitale.
Ringrazio il collega e gli rammento che nella vita recupero crediti. Né gli studi classici né la mia passione per la scrittura possono ormai cambiare le cose.
I tempi in cui sognavo di fare il giornalista e scrivere magari qualche libro sono sepolti da un pezzo. Ho una famiglia, dei figli, troppe partite di calcio da giocare e vedere e troppe bottiglie con cui brindare.
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SECONDO ESTRATTO
Poco prima delle 10 di quella piovosa mattina, la strana coppia tornava sui propri passi lungo la provinciale sonnecchiante. Quasi tutti avevano già raggiunto il posto di lavoro. Qualcuno bighellonava alla guida di un’auto di seconda mano che non lo avrebbe portato da nessuna parte. C’era solo da andare avanti qualche chilometro e poi tornare indietro, come se non si fosse mai partiti. Non esistevano prospettive, per molte persone. A far loro compagnia c’era solo il
battito insistente della pioggia sul parabrezza rigato. Forse dentro quelle macchine stavano piangendo. Forse non pensavano a nulla, oppure avevano troppe cose da dimenticare. Il mondo era buio e triste, immagine della loro solitudine. I due ragazzi camminavano abbracciati sotto l’ombrello al bordo della strada, testimoni inermi di quel desolante passaggio.
TERZO ESTRATTO
