Considerato il primo romanzo classico della letteratura russa, racconta le peripezie militari e l’amore contrastato di un giovane ufficiale (Pëtr Grinëv) accompagnato passo dopo passo dal suo fedelissimo anziano precettore. Il tutto durante l’insurrezione contadina (1773-1774) contro il dominio zarista, capeggiata dal cosacco Pugačëv. L’autore delinea perfettamente le figure dei due protagonisti principali e il loro controverso rapporto. Nella follia insita in una qualsiasi sanguinaria rivoluzione, Puskin sembra a tratti voler sospendere ogni giudizio di parte sulle atrocità compiute, rendendo “l’usurpatore” Pugačëv un dittatore capace anche di perdonare e l’integro soldato un uomo pronto a scendere a patti col diavolo pur di raggiungere l’obiettivo: riprendersi la sua amata Mar’ja, figlia, come da titolo, del capitano della fortezza di Belogórskaja, invano difesa dall’attacco degli insorti.