Lungo monologo interiore di un cinquantenne che svela segreti intimi e bassezze morali alla figlia adolescente costretta su un letto d’ospedale e vicina alla morte. E’ un melodramma a tinte erotiche che non mi ha convinto. Il tentativo dell’autrice di raccontare una torbida relazione extraconiugale dal punto di vista di un uomo è coraggioso solo nella scelta. Manca l’affondo, il colpo del KO. Scrittura infiocchettata e accuratissima che non riesco ad apprezzare, almeno fino alla quart’ultima pagina quando leggo finalmente qualcosa che mi strappa un applauso. “…per la testa ti compro un cappello. Ti compro cento cappelli. I tuoi amici ti verranno a trovare, ti troveranno buffa con questa benda. Ti invidieranno perché salti la scuola. Ti porteranno la musica sul letto. Ti porteranno anche una sigaretta. Te la porterà quello piccolo, quello stronzetto con i capelli rasta, quello che ti arriva alla spalla. E’ il tuo fidanzatino, quello? Mi piace, mi piacciono i suoi capelli. Mi piace tutto quello che piace a te. Affitterò i pattini, sai. Neri, pieni di ruote come i tuoi. Voglio pattinare con te sui viali nelle domeniche ecologiche. Voglio cadere, voglio farti ridere. Hai uno strano singhiozzo nel petto. Ti riattacco al respiratore. Non ti muovere. Invece ti muovi. Mi stringi la mano.”