Una battuta di pesca in solitaria raccontata come una battaglia senza esclusioni di colpi. Non siamo poi così lontani, nel modo di scrivere e per la forza della narrazione, da “Per chi suona la campana” e “Addio alle armi”. Siamo invece distanti anni luce, per fortuna, dai tecnicismi, le enumerazioni, l’infinito tedio del “Moby Dick” di Melville. La lotta disperata tra l’enorme merlin che abbocca all’amo e il vecchio lupo di mare dalle ossa indolenzite che cade ricade e si rialza sempre, è un duello alla pari tra due avversari che si temono e si rispettano. La sconfitta inevitabile di entrambi non fa altro che dimostrare la precarietà e il miraggio della gloria. Libro da leggere al mare, davanti al mare.