Dopo “1984” e “La fattoria di animali” non avevo più pretese da questo autore morto a soli 46 anni. E invece il suo romanzo d’esordio è un altro capolavoro. Negli anni Trenta del secolo scorso Orwell è fra i vagabondi che popolano il sottosuolo delle due grandi capitali europee del titolo. Ha il coraggio di raccontare figure ai margini della società con uno sguardo lucido e mai commiserevole, mostrando al lettore quanto labile sia il confine tra una vita “onorevole”, alla luce del sole, e l’abisso della povertà. Forse il migliore fra i tanti libri consigliatimi dal vecchio Hank (Bukowski), al pari di “Fame” di Knut Hamsum.